ECONOMIA &LAVORO

 
 
 
Festival dell'Economia 2008: «Democrazia e Mercato»
 
HOME DEL DOSSIER
IL FESTIVAL GIORNO PER GIORNO
APPROFONDIMENTI

L'attenzione di Draghi
all'economia reale nei commenti
al Festival di Trento

dall'inviato Piero Fornara

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
31 maggio 2008

TRENTO – La relazione annuale che il governatore Mario Draghi ha tenuto sabato 31 maggio all'assemblea della Banca d'Italia è stata seguita in diretta tv dai partecipanti al Festival dell'Economia nella sala conferenze della facoltà di economia dell'università di Trento. L'appuntamento è stato un incontro multimediale con relatori presenti in sala e altri in diretta tv e telefonica espressione del gruppo "lavoce.info". A coordinare i commenti Francesco Daveri, docente di economia politica all'università di Parma, che con gli ospiti e grazie anche alle domande del pubblico ha ripercorso e approfondito i passaggi più interessanti della relazione del governatore.

In sala, al tavolo con Daveri, Giorgio Barba Navaretti, docente di economia internazionale all'università di Milano ed editorialista del "Sole 24 Ore". Accanto a lui Alfredo Macchiati, della direzione centrale delle Ferrovie dello Stato, che si è detto colpito dall'attenzione riservata da Draghi alla tutela del cliente e del consumatore e alle questioni del fisco. Gli ha fatto eco Marco Onado, docente di economia dei mercati e degli intermediari finanziari dell'università Bocconi, in collegamento telefonico dall'assemblea della Banca d'Italia. Onado ha osservato: «Nella relazione di Draghi la parte reale è stata prevalente rispetto a quella finanziaria». Dello stesso avviso Francesco Vella, docente di diritto commerciale all'università di Bologna, anche lui al telefono dall'assemblea di Roma, che si è soffermato sulla riforma della Banca d'Italia (Daveri ha ricordato che, fra le varie cose, è stata decisa la chiusura di un terzo delle sedi). Vella ha sottolineato anche l'attenzione alla tutela del cliente e l'indicazione di Draghi alle banche di estendere anche a chi è già cliente le condizioni migliori proposte ai nuovi.

Al termine del dibattito, Barba Navaretti ha risposto ad alcune domande del "Sole 24 Ore.com" sullo "spettro" dell'inflazione che e tornato ad aggirarsi in Europa (l'ultimo dato Istat per l'Italia - 3,6% a maggio – rappresenta un record dal 1996). La dinamica dei costi interni è rimasta moderata: non vi è stata finora rincorsa tra salari e prezzi» ha dichiarato il governatore di Bankitalia nelle sue considerazioni finali e il «fermo ancoraggio delle aspettative di inflazione – ha proseguito Draghi – ha permesso alla Bce di mantenere a lungo invariati i tassi di interesse, contribuendo così al sostegno dell'economia».

Lasciamo il commento al professor Giorgio Barba Navaretti: «Le Banche centrali, e in particolare la Bce, sono state molto efficaci nel contenere le aspettative di inflazione, anche perché lo scatto all'insù deriva dall'aumento dei prezzi delle "commodities", cioè delle materie prime, e non da una crescita della domanda». Rischiamo un ritorno alla "stagflazione" di trent'anni addietro? Così risponde Barba Navaretti: « Draghi ha fatto un esplicito riferimento alla gestione della politica monetaria negli anni 70 e 80, all'epoca del primo e del secondo shock petrolifero. Ma allora politica monetaria era molto ondivaga: c'era una grande confusione sulle aspettative di inflazione, unita ai meccanismi di indicizzazione dei salari all'aumento dei prezzi».

Quale segnale dobbiamo adesso lanciare verso le famiglie che hanno dei problemi di spesa? «Oggigiorno – sottolinea Barba Navaretti – abbiamo nella Bce un'autorità centrale che è in grado di contenere l'inflazione, che non provoca una crescita drogata attraverso un allentamento della politica monetaria: questo nel lungo periodo va a favore delle famiglie. Certamente esiste anche un problema di mantenimento del potere d'acquisto dei consumatori. Ma dobbiamo essere attenti a non inserire meccanismi di trasferimento automatico dell'inflazione – come invece qualcuno inizia a richiedere – sull'aumento dei salari: rischieremmo di provocare una spirale dagli effetti incontrollabili». Qual è dunque la soluzione? «Il mestiere della Banca centrale – conclude il nostro interlocutore – è di garantire la stabilità dei prezzi nel lungo periodo. La soluzione è che l'Italia deve tornare a crescere: il diminuito potere d'acquisto delle famiglie nasce da un problema di mancata crescita». Si potrebbe obiettare: perché la Bce non fa come la Fed, che ha abbassato i tassi per garantire la crescita? «Se è vero che i banchieri centrali di Francoforte sono apparsi finora più preoccupati della possibilità della trasmissione di inflazione attraverso meccanismi contrattuali, nel medio periodo proprio questa può risultare una linea oculata: tra l'altro, se guardiamo al caso della Germania, nonostante la politica restrittiva della Bce, la crescita è arrivata e (nonostante il supereuro) trainata proprio dalle esportazioni».

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-